lunedì 19 ottobre 2015

La Russia non esclude attacchi missilistici in Libia



La Russia ha ufficialmente informato Algeria, Egitto e Tunisia che segue con attenzione gli sviluppi in Libia e che l'ascesa del Daesh in questo paese del Mediterraneo preoccupa moltissimo Mosca.
Ieri, il quotidiano algerino El Khabar, citando una fonte della sicurezza ad alto livello, ha rivelato che i droni russi sorvolano lo spazio aereo libico da più di due mesi e che un satellite militare russo controlla continuamente la Libia almeno dalla fine del 2013. La stessa fonte citata dal giornale ha suggerito che i russi non escludono l'uso di attacchi con missili da crociera contro obiettivi in ​​Cirenaica e nel Golfo della Sirte.
La maggior parte degli obiettivi del Daesh in Libia sono vicini al litorale del paese e sono facili da raggiungere con missili da crociera lanciati da navi russe di superficie o da sottomarini che si muovono nel Mediterraneo orientale.
I russi credono che sia il momento di porre fine al terrorismo internazionale, un obiettivo condiviso apertamente da Pechino. Esercitazioni militari congiunte sino-russe e altre condotte con i paesi OIC (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) simulano operazioni aereo navali e operazioni anfibie contro il "terrorismo internazionale", rendendo problematica la nuova definizione del termine nella percezione di Mosca e Pechino.
Sembra chiaro che con il termine terrorismo, i russi designano gli strumenti utili agli interessi geostrategici di Washington e dei suoi alleati, o fenomeni quali Daesh o Al Qaeda. In altre parole, gli Stati Uniti e la NATO.
Da fonti diplomatiche si è appreso che i russi hanno chiesto ai paesi come Algeria, Egitto e Tunisia, delle spiegazioni sull'apparente mancanza di una strategia offensiva per affrontare il pericolo immenso che rappresenta ora la Libia per il tutta la regione.
I russi non contano di fermarsi qui e parlano del problema creato da zero dei Boko Haram in Africa occidentale, simile alla creazione del problema levantino la cui soluzione non potrebbe in nessun caso provenire da paesi che li armano contro gli Stati della regione.
Il caso ucraino, fabbricato dai cacicchi della NATO per porre Mosca spalle al muro mettendola  in un angolo al fine di costringerla ad abbandonare la Siria, ha avuto un effetto del tutto inatteso: non solo la Russia ora ha riconquistato le posizioni nel Levante e in Medio Oriente, compresa la sede dell'ex comando militare Usa a Baghdad, ma sembra determinata a riconquistare il suo posto in Libia e oltre nelle profondità dell'entroterra africano.

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