mercoledì 10 agosto 2016

Uri Avnery – The Deep Rift (la profonda spaccatura)

A cura di  Jim W. Dean, Managing Editor

FONTE

tradotto da Red Shaytan

Israele è finita in una sola larga spaccatura


di Uri Avnery... e Gush Shalom, Tel Aviv

[Nota del redattore: Povero me, Uri scava in profondità nella roccia della Torre di Babele sionista: un popolo diviso da religione, cultura ed etnia che in genere apprezza solo il suo simile, ma viene presentato come la casa degli ebrei nel mondo. Non è vero, naturalmente. Gli ebrei israeliani preferirebbero che quelli della Diaspora inviassero denaro, forse facessero loro visita di tanto in tanto, ma poi se ne tornassero a casa loro.

Uri è arrivato da un lungo viaggio, ai tempi in cui era un portaordini dell'Irgun.


I nuovi arrivati hanno sempre bruciori al culo, perché vogliono dire ai vecchietti dove hanno sbagliato e come si può aggiustare il paese. Non molti sono interessati a farlo in Israele... a continuare così si, ma senza rimediarvi.
Uri e la sua gente Gush Shalom certamente vi porrebbe rimedio, facendo la pace con gli arabi e riorientando  il terribile stato di guerra infinita per costruire una pace prospera. Finora questo è rimasto un miraggio, soprattutto per i palestinesi nativi e per gli ebrei ortodossi dei vecchi tempi presionisti.
Nessuno può criticare Israele e le sue disparate genti meglio di Uri perché li conosce dentro e fuori. Questo pezzo è stato molto divertente da leggere. Godetevelo, proprio come ho fatto io... Jim W. Dean]




Pubblicato per la prima volta il 23 luglio 2016

Lo stato di Israele era ancora giovane, quando due famosi commediografi produssero un breve atto. Due arabi erano sul litorale e maledivano una nave che trasportava dei nuovi immigranti giudei. Nella scena successiva, due immigrati dalla Polonia erano sul litorale e maledivano una nave che trasportava ebrei dalla Germania. Nella scena ancora successiva due immigrati dalla Germania stavano sul litorale a maledire una nave trasportante immigrati dal Nord Africa e così via...
Uri mentre viene gassato dai militanti sionisti, ebrei gasano ebrei in Israele 
Poteva trattarsi di una storia di immigrazione simile a tutte le storie di immigrazione in molti paesi. come USA, Australia Canada e altri, ma in Israele, data la sua ideologia nazionalista che include tutti i giudei, escludendo tutti gli altri, suonava un po' strana. 

La nuova comunità giudaica (chiamata la Yishuv) in quella che fu la Palestina turca, fu fondata prevalentemente da immigrati dalla Russia.

Prima di questa, c'erano una piccola comunità giudea che consisteva di ebrei ultra ortodossi dall'Europa orientale e un'altra di ebrei sefarditi. Questi ultimi erano i discendenti degli ebrei espulsi dalla Spagna ai primi del 1400. Molti di loro erano abbastanza benestanti in quanto possessori della sola proprietà di valore in quel paese: la terra.

Fu l'immigrazione russa precedente alla I Guerra Mondiale a formare la Yishuv per alcune generazioni. Larga parte della Polonia, all'epoca, apparteneva alla Russia e questa fu inclusa nell'ondata migratoria dalla Russia. Uno di loro, un giovanotto chiamato David Green, cambiò il suo nome in Ben Gurion.


Nel 1920, un'ondata di ebrei provenienti dall'antisemita Polonia da poco indipendente, giunse a rimpinguare le fila della Yishuv.

Quando la mia famiglia giunse in Palestina dalla Germania nel 1933, trovò la comunità russo-polacca. I "tedeschi" erano trattati dall'alto in basso dai vecchi residenti, che li chiamavano Jeckes, non si sa da dove provenga questo nome ed erano di norma truffati.
La vecchia Palestina ricordata da pochi
Questo era un ribaltamento dei ruoli: in Germania erano gli ebrei locali a trattare in quel modo gli ebrei meno civilizzati provenienti dalla Polonia e dalla Russia, gli ebrei dell'est.

Tutto questo non preoccupava noi che eravamo bambini a quell'epoca. Non volevamo essere immigrati né tedeschi o polacchi o russi, appartenevamo a una nuova nazione che cominciava ad esistere in questo paese. Noi parlavamo ebreo, una lingua molto vivace evocata dalla morte. Volevamo essere coltivatori, pionieri.

Creammo un nuovo tipo ideale, locale, indigeno. Fu chiamato "sabra", dal nome di una cactacea locale, pungente all'esterno ma dolce all'interno. Questa pianta la si trova un po' dovunque nel paese, benché sia stata introdotta dal Messico.

La nostra idea era di prendere ogni attributo dalle differenti comunità giudee per gettarle insieme in un miscuglio da cui dovevano emergere i nuovi nati ebrei, una nuova razza profondamente radicata nel suola di questo paese.

Al diciottesimo compleanno correvamo dall'Ufficiale britannico del Distretto per cambiare il nostro nome straniero con uno ebraico. Chi voleva passare la vita con un nome tedesco o russo?
Alla fine degli anni '30 la nuova terminologia adottata inconsciamente da ognuno faceva una netta distinzione tra giudei e ebrei. Noi sognavamo uno stato ebraico, collegato al retroterra ebraico e parlavamo di agricoltura ebraica, industri ebraica e del futuro esercito ebraico. I giudei erano lontani: la Diaspora giudaica (comunemente chiamata esilio), la religione giudaica e la tradizione giudaica.
AIPAC è la Diaspora giudea, che è importante solo in quanto può servire ad Israele

Questa costume era naturale o autoevidente. Noi eravamo occupati a costruire qualcosa di nuovo. Noi pensavamo alla Diaspora con condiscendenza. Qualche piccolo gruppo predicava perfino la rottura completa  con i restanti giudei e la loro storia, ma i sabra non avevano pazienza con tutti questi nonsensi ideologici. Perfino la parola "sionismo" divenne un sinonimo di nonsenso, "non parlare di sionismo" significava fermare ogni assurda frase ulteriore.

Eravamo coscientemente occupati a creare una nuova cultura ebrea: poesia, letteratura, danza, pittura teatro, giornalismo riflettevano la nostra nuova realtà nella nostra nuova patria.

Quidi accadde l'Olocausto. Quando la mostruosità divenne innegabile nel 1944, un'ondata di rmorse percorse la Yjshuv, ma allora eravamo occupati nella creazione di uno "stato in divenire".

Quando llo stato di Israele fu ufficialmente dichiarato, alla metà della guerra del 1948, vi erano nel paese circa 650.000 ebrei. In pochi anni, noi portammo centinaia di migliaia e poi milioni di nuovi immigrati.

Da dove? Poche centinaia di migliaia furono portati dai campi dell'Europa, dove attendevano i poveri sopravvissuti dell'Olocausto, mentre la maggioranza provenne dai paesi islamici, dal Marocco fino all'Iran.

Per noi faceva lo stesso. Gli immigrati da gettare nel miscuglio per diventare gente meravigliosa come noi.

Quasi nessuno pose attenzione all'enorme cambiamento della composizione demografica del popolo giudeo causata dall'olocausto. Prima gli ebrei orientali erano una piccola minoranza fra i giudei. Dopo divennero di gran lunga la componente maggioritaria. Questo pose un limite al cambiamento della loro consapevolezza.

Uri nella guerra del1948. Egli partecipò alla fondazione della Knesset, divenendone il membro più giovane
Pochissimi abitanti del paese (incluso me stesso) ammonirono sulla nuova realtà da affrontare. Quegli ideali importati dall'Europa non vennero mai realmente seguiti dagli immigrati orientali. Persone come ben Gurion e i suoi colleghi rimasero imperturbabili. Erano sicuri che le cose sarebbero andate avanti anche senza di loro. Si erano sempre comportati così?

No affatto, La prima generazione di nuovi immigrati dall'est (ora il Marocco è troppo ad ovest per noi) era occupata a rifarsi una vita. Anche essi veneravano Ben Gurion, ma la seconda generazione cominciò a porre dei quesiti. La terza è ora in aperta ribellione.

La percezione sionista che tutti gli ebrei siano uguali, con piccole differenze di linguaggio e di colore della pelle, è anacronistica. I giudei "orientali" non mostrano alcuna inclinazione ad essere in qualsivoglia miscuglio. Sono diversi in quasi tutti gli aspetti.

Il "melting pot" è rotto. Gli ebrei orientali (talvolta chiamati erroneamente sefarditi) sono orgogliosi delle loro origini, si ribellano alla superiorità europea.

Questo scontro ora domina la vita in Israele. Nessuna area della vita è esente da questo, lo si trova nell'ambiente sociale, culturale, politico, talvolta nascosto dietro una facciata diversa, ma è sempre presente ovunque.

Questo è un problema sociale. Dal momento in cui gli europei avevano raggiunto qualche status economico, la loro influenza sul governo è più pesante. Essi si sono installati nella maggior parte delle posizioni chiave nel campo dell'economia e quindi gli orientali si sentono sfruttati, discriminati in quanto classe sociale più bassa.

Gli orientali si fanno un punto d'onore di essere molto più passionali, specialmente per quanto attiene agli affari nazionali. Essi accusano gli askenazi (dal vecchio nome in disuso per gli ebrei tedeschi) di essere insensibili e meno patriottici. Quelli che avevano cambiato i loro nomi erano determinati a ritornare ai oro vecchi nomi marocchini o iracheni. I loro nomi ebrei sono diventati subito simbolo della tirannia askenazi.


Essi presentano anche un diverso atteggiamento nei confronti della religione. Gli abitanti dei paesi musulmani, sono generalmente moderati in campo religioso, né atei ma neppure fanatici. I giudei provenienti dai paesi islamici sono uguali. Pochi sono religiosi, ma ancora meno possono definirsi "laici".

Gli askenazi sono un po' diversi. Veramente, gli ultra ortodossi, gli "haredim", antisionisti (che sono "timorati" di Dio) sono in larga parte askenazi, come i "religiosi sionisti" che sono vicini al fascismo. Tuttavia la larga parte degli askenazi è "laica", un modo educato di dirsi atea. Quasi tutti i fondatori del sionismo erano radicali atei. Ora la comunità nazionalista e religiosa del paese sta rapidamente guadagnando terreno.

La tragedia dell'Israele odierno non è che ci sono molte divisioni, ma che tutte queste divisioni stiano convergendo in una sola larga spaccatura.
Il nipote di un immigrato dal Marocco probabilmente appartiene ala classe socioeconomica più bassa, è moderato nella religione ed è un nazionalista radicale. Questo comporta una sua acredine verso le "la vecchia élite" (che è per la maggior parte askenazi), il suo essere contro la cultura laica, la "sinistra" ( che per lui è composta da askenazi degenerati).

E' anche un tifoso di certe squadre di calcio che odiano gli arabi ed è un appassionato della musica "orientale", genere né del tutto arabo o greco ma che è lontana dalla musica classica come Teheran lo è da Vienna.

Noi abbiamo un paese preso da atei che affermano che è stato dato loro da Dio
Questo significa in politica, che questa persona certamente vota per il Likud, senza curarsi di cosa questo partito faccia.

Gli askenazi possono obiettargli che il Likud faccia una politica che è proprio all'opposto dei suoi interessi vitali, neoliberale, antisociale che favorisce gli straricchi. Egli non ascolta. Egli è legato al Likud da centinaia di legacci sentimentali e tradizionali.

Vale lo stesso per la parte opposta. La sinistra (o quello che rimane di essa), rimane il partito degli askenazi come sarà Meretz. I suoi membri costituiscono la "vecchia élite", benché essi possano dipendere dall'assistenza pubblica.

Essi guardano dall'alto in basso i religiosi di tutte le tinte, ascoltano Beethoven (o dicono di farlo), a prole appoggiano la soluzione dei "due stati" e maledicono Netanyahu che è askenazi che più non si può.

la spaccatura presente tra europei e orientali non è la sola ad esistere, perché mentre il melting pot si sta sfasciando, ogni parte della società israeliana diventa autonoma.

La parte araba di Israele, che ammonta al 20%, è praticamente separata. I cittadini Arabi sono rappresentati alla Knesseth, ma questa settimana la Knesset ha adottato una legge che permette a 90 membri su 120 di espellere qualsiasi membro di essa. Questa è una minaccia diretta ai deputati del partito Arabo Unito che ora ha 13 rappresentanti.

I nuovi immigrati dalla Russia ("nuovi" significa arrivati dal 1989) vivono una vita per conto loro, orgogliosi della loro cultura russa, guardando dall'alto in basso noi, i primitivi, disprezzando la religione, odiando i socialisti di ogni sfumatura e soprattutto, odiando gli arabi con tutto il loro cuore.Essi hanno il proprio partito ultranazionalista, con a capo "Ivet" Liebermann.

Liebermann rappresenta i sedicenti ebrei russi ferocemente anti arabi
E infine ci sono gli ultra ortodossi, che non appartengono a nessuna parte, che odiano il sionismo e vivono in un mondo a parte, quasi completamente isolato.

Per loro i sionisti religiosi sono dei non credenti, condannati ad arrostire all'inferno.

Questo è lo schieramento, più o meno. Tutte le parti sono unite dall'esercito (tranne gli arabi e gli ortodossi) che era un'istituzione sacra, fino a che il soldato ebreo orientale Elor Azarya non ha visto un assalitore arabo al suolo e non gli ha sparato a bruciapelo alla testa.

Per la massa degli orientali lui è un eroe. Per il comando dell'esercito  e la massa degli europei è un abominio. La spaccatura sta diventando un abisso.

Ora che cosa può riunire Israele? Un bella guerra.

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