DEBITO DELLA GRECIA: 312 MILIARDI DI EURO
PIL DELLA GRECIA: 238 MILIARDI DI EURO
Potrà mai ripagare la Grecia i suoi creditori?
No.
Se rimane nel sistema bisogna ristrutturare il debito; per parlar chiaro, la Grecia vuole non solo dilazioni, minori interessi ma anche altri quattrini che rimborserà a babbo morto, praticamente mai.
Se rimane nel sistema bisogna ristrutturare il debito; per parlar chiaro, la Grecia vuole non solo dilazioni, minori interessi ma anche altri quattrini che rimborserà a babbo morto, praticamente mai.
Se la Trojka insiste a non scucire più un centesimo spaventata dalla reazione a catena che deriverà da un suo cedimento, per la Grecia è inevitabile il default.
Sarà poi uno scenario così terribile?
Beh la Germania della culona inchiavabile quante volte ha dichiarato default negli ultimi cent'anni?
3 volte:
- dal 1921 al 1931, salvata dalla finanza anglosionista, ops volevo dire anglosassone. Vedasi Piano Dawes e Piano Young; debito fortemente ridotto, dilazioni e moltissimo danaro dagli ex nemici. Nonostante questo il ragazzo con i baffetti e la frangetta non pagherà più nulla ma non fa niente, c'erano ben altri progetti su di lui.
- 1953: grande regalo da parte dei paesi massacrati e saccheggiati dai nazisti che tra l'altro non sono venuti dall'iperspazio, erano proprio tedeschi: si cancella il 50% del debito tedesco e lo si dilaziona in 30 anni. I debiti di guerra saranno pagati solo dopo l'eventuale riunificazione della Germania.
- 1990: trionfo della pace, della democrazia e caduta dell'epitome del male assoluto: il comunismo. Riunificazione della Germania e quindi la Germania deve aprire il borsellino. Neanche per sogno! Berlino paga solo qualche briciola e per giunta dilazionata in 20 anni... per la serie fare i finocchi con il culo degli altri
Già, il miracolo economico della Germania.
Quindi se la Germania non è scomparsa dalla faccia della terra a causa del default, scomparirà la Grecia?
Probabilmente no, anche perché dietro alle spalle dei greci ci sono i BRICS...
Come voteranno i greci in questo referendum?
Devono scegliere se continuare a mangiare sempre più merda al guinzaglio della trojka o mangiarne un pochino nell'immediato per poi ricostruire il paese.
Prima di passare al testo dell'articolo di un economista australiano che abbiamo tradotto, una domanda al diversamente intelligente ma sempre ilare di Rignano:
"Come pensa di provvedere il governo italiano, in caso di default greco, alla crisi che investirà l'Italia, visto che dopo la Germania, noi siamo i maggiori creditori della Grecia?".
Invece il tenebroso Padoan (non fatelo più apparire alla tv: rattrista i bambini) la risposta la conosce bene: scaricare i costi sui lavoratori italiani.
Come voteranno i greci in questo referendum?
Devono scegliere se continuare a mangiare sempre più merda al guinzaglio della trojka o mangiarne un pochino nell'immediato per poi ricostruire il paese.
Prima di passare al testo dell'articolo di un economista australiano che abbiamo tradotto, una domanda al diversamente intelligente ma sempre ilare di Rignano:
"Come pensa di provvedere il governo italiano, in caso di default greco, alla crisi che investirà l'Italia, visto che dopo la Germania, noi siamo i maggiori creditori della Grecia?".
Invece il tenebroso Padoan (non fatelo più apparire alla tv: rattrista i bambini) la risposta la conosce bene: scaricare i costi sui lavoratori italiani.
Come la teoria dei giochi spieghi la Grexit e possa anche prevedere l'esito del referendum greco
di Parta Gangopadhyay, Professore Associato di Economia all'University of Western Sydney
Traduzione di redshaytan
Fonte
Il mondo sta per giungere a un arresto inquietante nella prima settimana di luglio per assistere al finale dell’infausta e veloce partita che si sta svolgendo tra la Grecia e i suoi creditori. Si è trattato di alterco piuttosto brutale e sgradevole su una cifra di oltre 70 miliardi di dollari che, secondo alcuni, è già costato approssimativamente circa 1.000 miliardi dollari.
Molte migliaia di miliardi saranno buttati, non essendoci stato assolutamente alcun fulcro economico ove la situazione di stallo potesse essere incardinata. Al fine di comprendere le dinamiche delle trattative fallite e dei continui conflitti tra la troika e il governo greco mi permetto di prendere in prestito la tanto celebrata parabola del 2005, dei teorici dei giochi a premi, Thomas Schelling e Robert Aumann.
La teoria del conflitto e della cooperazione
Immaginate che il governo greco sia posto sul bordo di un precipizio, trattenuto da una catena che è legato alla sua caviglia che a sua volta è fissata alla caviglia della troika.
Entrambi saranno salvati e solo uno di loro si aggiudicherà un premio di grandi dimensioni (leggi la vanagloria) appena l’altro rotolerà giù. Thomas Schelling postulò che ciascuna parte ha un solo modo per convincere l'altro a cedere, cioè minacciando di spingere l'altro giù dal precipizio.
La minaccia non è credibile in quanto una forte spinta garantirebbe il castigo a entrambi. Una forte spinta quindi altro non è che una follia collettiva. Eppure ogni parte ha un incentivo a ballare incautamente vicino al precipizio per convincere l'altra parte che uno sia abbastanza stupido da abbracciare un rischio più alto di creare un annichilimento accidentale di entrambi.
Chiunque possa ballare più incautamente vincerà la partita, che è figurativamente una corsa al ribasso. Ci sono alcune prove che la troika abbia superato in astuzia il governo greco in termini di comportamento imprudente. Di conseguenza, la troika ha imposto un nuovo, punitivo e più devastante pacchetto di austerità sul governo greco nell’ultima tornata di negoziati.
In altre parole, il governo greco non può ostentare incoscienza sufficiente alla troika e quindi, sta fissando la canna di un altro attacco di profonda recessione basata su una politica che la troika cerca di scaricare sui greci.
La politica, non l'economia
La maggior parte degli osservatori imparziali troverà difficile non pensare che l'economia fosse solo la facciata sotto la quale sporchi giochi di potere, di dominazione e a base di braccio di ferro e di politica negativa avessero viziato il processo di negoziazione. Qualsiasi decente economista con un modesto curriculum sarebbe riuscito a decifrare la logica economica dietro alle prescrizioni di politica della troika nei confronti della Grecia dal 2010.
La maggior parte dei Golia dell’economia si è inequivocabilmente opposta ai programmi di risanamento imposti dalla troika alla Grecia, che hanno spedito l'economia greca in una profonda crisi e al declino del PIL che dal 2010 risulta essere stato del 25%. Le implicazioni sul benessere di questo sono state pesanti da affrontare: ora c’è un milione di famiglie in Grecia che sopravvive solo sulle pensioni dei nonni, mentre la disoccupazione giovanile è salita a oltre il 60%. La sequenza di stupidi errori della politica testarda di errori della troika ha creato crisi dopo crisi in Grecia.
Sembra la troika non abbia alcuna altra responsabilità che quella di richiedere ora un ulteriore freno alla spesa pubblica alla Grecia per ottenere un surplus di bilancio del 3,5% entro il 2018.
Questo segnerà un’ulteriore rovina economica per l'economia greca in difficoltà, come la maggior parte degli economisti sostiene, la depressione economica non potrà mai più lasciare il suolo greco e la maggior parte delle famiglie greche subirà una miserie indicibile da un'ulteriore contrazione dell'economia. Quindi, il referendum sarà un test sulla propensione greca verso il masochismo: quanto dolore ulteriore potrà assorbire il popolo greco di sostenendo le misure di austerità ridicole e i pacchetti delle violente riforme della troika?
Il male conosciuto o l'ignoto insondabile?
Torna l'applicazione della teoria dei giochi: il rifiuto del pacchetto avrà conseguenze negative potenzialmente insondabili per la Grecia. Così, gli elettori greci ora devono affrontare un dilemma insolito: o approvano il male conosciuto, l’austerity con cui hanno vissuto nel corso degli ultimi cinque terribili anni, oppure gettano nel bidone della spazzatura messo il pacchetto di austerità e marciano fuori dalla zona euro, riprendendo il controllo della politica monetaria alla Banca Centrale Europea (BCE) per iniziare una vera e propria lotta al fine di scacciare la recessione dalla Grecia.
Eppure gli elettori greci, seppur insultati dalla troika, non possono non tenere conto del rischio potenziale della rottura con la BCE ed eventualmente con l’Unione europea. Anche se molti esperti ritengono che i greci saranno lieti di scegliere una strategia punitiva nel referendum per punire la troika con lo smembramento della zona euro, il quadro non è affatto chiaro. La paura delle conseguenze sconosciute e insondabili della separazione dalla BCE potrebbe far sì che gli elettori si intruppino in un docile gregge, convinti dai passacarte del pacchetto di austerità della troika.
La potenziale presenza della mentalità da gregge nella votazione è in grado di creare un risultato socialmente inefficiente, erroneo e possibilmente distruttivo in Grecia, nonostante una pletora di segnali privati che rivelano la giusta scelta/azione, gli elettori possono ancora convogliarsi sulla scelta errata e costosa di nuove misure di austerity con una probabilità positiva.
Non si può quindi essere sicuri del risultato del referendum in Grecia in quanto è piuttosto imprevedibile, il che rende il referendum greco ancora più interessante.
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