domenica 12 luglio 2015

Dancing with the Devil

Di Red Shaytan




Sono tornati i giorni del cigno nero (1) (nella variante dragone nero)?
Vediamo un po' alcuni fatti apparentemente scollegati:
1) Implosione della bolla speculativa del mercato azionario cinese
2) la Grexit e conseguente crisi europea
Sono sintomi evidenti del collasso venturo della crisi sistemica dell'economia capitalista cominciata nel biennio 2007-2008.

Questa crisi non riguarderà solo i paesi dell'asse anglosionista, si estenderà forse con esiti meno devastanti per ragioni strutturali ai paesi dei BRICS. Perché?
Perché il legame che unisce i paesi dell'asse anglosionista a quelli dei BRICS è il sistema economico: il capitalismo.


Il capitalismo sconta il peccato originale della caduta tendenziale del saggio del profitto (Carletto quanto ci manchi). Non ci sono scappatoie che tengano come la finanziarizzazione dell'economia, la fusione del capitale finanziario e di quello produttivo e la concentrazione monopolista dell'imperialismo: le risorse da sfruttare sul pianeta non sono infinite.


Inutile sperare in un "keynesismo delle Banche Centrali" con il QE, la compressione dei tassi e la manipolazione del prezzo dell'oro o del greggio (questo a fini geopolitici) o all'opposto la speranza nella virtù taumaturgica del "libero" mercato.
Non c'è più trippa per gatti.


L'imperialismo è arrivato alla sua stazione finale con la globalizzazione dell'economia, della deregolamentazione, dell'abolizione delle barriere doganali, con la conseguente evocazione di forze incontrollate tese alla massimizzazione dei profitti nel breve termine che hanno portato al dominio mondiale di un pugno di banche d'affari. Dominio che si accompagna a frodi, manipolazioni, corruzione, genocidio e devastazione dell'ambiente.


Il capitalismo è il Male, la cura è il socialismo (Stalin e Lenin quanto ci mancate!)
Con questo Male ha danzato a lungo la Cina.
Mefistofele vuole che il Dottor Faust onori la clausola più importante del contratto.


La Cina ha aperto il suo immenso mercato del lavoro alle corporation, ben liete di disporre di una massa sterminata di lavoratori a basso prezzo; ha cominciato a danzare con il diavolo.


Il PIL cinese ha preso a galoppare ma circa il 50% di esso è dovuto a "investimenti" dovuti al credito "facile" e solo il 25% è dovuto ai consumi interni.
Il governo cinese conscio di questo squilibrio ha cercato aumentare il consumo interno, ma come fare senza aumentare i salari? Le multinazionali sono pronte a fare le valigie e a traslocare in Vietnam, Cambogia, India ecc. dove i salari sono ancora più bassi.




La soluzione che si è rivelata disastrosa è stata: aumentare i consumi con il credito facile, proprio com'è stato fatto negli USA.
Negli USA abbiamo visto com'è andata a finire con la storia dei sub-prime, coi debiti che vengono spacciati per investimenti che rendono interessi attraverso la cartolarizzazione.


In Cina, il governo si è fatto garante attraverso il suo "ferreo" controllo, del fatto che la grande e crescente classe media cinese non solo investisse in Borsa ma che anche si facesse prestare soldi per farlo o che desse questi investimenti come garanzia alle banche creditrici.
Risultato?
La Borsa è salita del 150% in un anno...
I debiti a margine, cioè i prestiti per comprare azioni, garantiti dalle azioni stesse, sono aumentati di 5 volte, a giugno costituivano il 17% della "capitalizzazione" del mercato.


E' bastato che il governo, spaventato dalle dimensioni colossali di questa bolla, decidesse di sfiatarla un pochino restringendo il credito a margine (cioè il giochino dei soldi per comprare azioni, prestito garantito "a margine" dalle azioni acquistate), che le banche abbiano cominciato a chiedere il rientro dei prestiti. Naturalmente nessuno aveva i soldi, per cui è partita la vendita delle azioni per rimborsare le banche.


Così è partito il valzer: vendita, ribasso delle azioni, altre "margin call", vendita, ribasso...
In pochi giorni si sono fumati 3200 miliardi di dollari, 10 volte il debito greco.
Cosa ce ne frega?
Moltissimo, non fosse altro che la Cina rappresenta la seconda potenza economica globale e il 30% del PIL mondiale.

Questa situazione pare la fotocopia della situazione del 1929 e credo che vi ricordiate come, forse, ne siamo venuti fuori: distruggendo enormi stock di merci e segmenti produttivi con la II Guerra Mondiale.


E' vero che la dirigenza cinese ha lanciato lo straordinario piano della "Nuova Via della Seta" e che insieme alla Russia si sta attivamente dando da fare per tenere a bada il criminale imperialismo anglosionista ma la situazione è molto grave: il PIL della Cina non aumenterà del previsto 7% ma probabilmente del 4%, molto se rapportato a quello dei paesi occidentali, ma che potrà significare milioni di disoccupati e milioni di posti di lavoro in meno.


Insomma il black hole della fine del ciclo di accumulazione capitalista comincia a far sentire la sua sempre più pesante attrazione gravitazionale.


(1) Con il termine di cigno nero, nel gergo borsistico, si indica un evento infausto e non previsto che colpisce la Borsa.

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